Dalle esperienze immersive che garantiscono i padiglioni di Paesi Bassi e Nuova Zelanda al verde lussureggiante di quelli di Brasile e Singapore, ecco i Pavilion da non perdere.
Il più importante evento al mondo, l’Expo 2020 a Dubai, va in scena dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Nei 182 giorni di Esposizione Universale che si svolge negli Emirati Arabi Uniti, intitolata “Connecting Minds, Creating the Future” (Connettere le menti, creare il futuro), i visitatori possono ammirare oltre quattro chilometri quadrati di tecnologie all’avanguardia, arte, cibo e cultura in un ambiente a dir poco avveniristico. Tra i tanti padiglioni, infatti, ce ne sono alcuni davvero sui generis, assolutamente da non perdere.
Expo 2020 a Dubai: i 10 padiglioni più belli
Nel Pavilion dei Paesi Bassi, disegnato da V8 Architects di Rotterdam e dedicato alla sostenibilità, i tre elementi acqua, energia e cibo confluiscono in un mondo in miniatura nel quale i designer hanno inventato un vero e proprio sistema climatico. All’ingresso il visitatore riceve un ombrello che deve aprire nella sala centrale, dove piovono dal tetto immagini proiettate appunto sugli ombrelli.
L’esperienza immersiva è forte pure nel padiglione della Nuova Zelanda, un edificio “vivo” dalla facciata mobile che replica il suono di un fiume: il Whanganui. Ogni elemento del Pavilion, progettato dall’architetto Matte Glubb, è interconnesso. La visita si snoda in un percorso alla scoperta della cultura e dei valori Maori nel nome del kaitiakitanga, il concetto nativo che esprime il rispetto per l’ambiente e la tutela per il cielo, il mare e la terra.
L’India gioca la carta della semplicità. I designer di Kukreja Architects hanno disposto il Pavilion su tre piani. Al piano terra c’è una sala Yoga e Ayurveda; al primo piano i ledwall che proiettano i decori tradizionali dei tappeti, il programma spaziale dell’ISRO e le locandine dei film di Bollywood. Quando si arriva al secondo piano, ecco gli stand di piccole aziende che propongono cibi e piatti imprescindibili della cucina indiana.
Nel padiglione dell’Indonesia, creato dal desinger Wijaya Karya, si racconta la storia di un Paese tra i più multietnici e multiculturali al mondo in un viaggio attraverso le meraviglie naturali, il patrimonio culturale e l’industria del cibo halal. A sottolineare i concetti di unità e diversità, l’esterno dell’edificio è avvolto in vari modelli sgargianti di stoffa batik.
Quello di Singapore è un padiglione a energia zero progettato da Woha per esplorare il futuro della vivibilità e delle innovazioni urbane dell’isola, oltre alla riforestazione dell’intero pianeta. Il risultato è un’avventura immersiva nel verde tridimensionale: una foresta pluviale alimentata da un ecosistema autosufficiente.
Il verde lussureggiante domina pure il padiglione del Brasile, dove è stato ricreato il bacino amazzonico. Il visitatore è accolto in uno spazio dove amache e piccole imbarcazioni galleggiano su due specchi d’acqua. L’invito è a immergere i piedi a mollo e lasciarsi andare a immagini, suoni e profumi delle aree fluviali del Brasile. L’idea è dei tre studi di architettura Ben-Avid, JPG.ARQ e MMBB.
Expo Dubai 2020, padiglioni di Austria e Marocco sorprendono
Progettato dallo studio Querkraft Architects, il padiglione dell’Austria è composto da 38 volumi conici che sfruttano la ventilazione naturale per il risparmio energetico. L’Oriente incontra l’Occidente e la tradizione abbraccia la modernità pure negli interni, dove all’iLab (una vetrina per soluzioni tecnologiche avanzate) si affianca un tipico caffè viennese.
Nel padiglione del Marocco, opera dello studio Oualalou + Choi, l’ispirazione è l’architettura vernacolare marocchina in terra cruda, il materiale da costruzione più antico, ecologico e naturale al mondo. Dal caratteristico patio “Wast Eddar” si giunge – attraverso una rampa a ballatoio che affaccia su un cortile esterno – agli spazi espositivi. Il Pavilion contiene un ristorante, una sala da tè e un’area dedicata al cibo da strada.
Uno dei padiglioni più ricercati è quello del Giappone, realizzato dall’architetto Yuko Nagayama. L’esterno è un gigantesco origami: il design della facciata combina i tradizionali motivi arabesque e asanoha, a significare forza e buona salute. Un simbolo dei secolari scambi culturali tra il Giappone e il Medio Oriente. L’interno è un percorso magico in una foresta di bambù che richiama quella di Arashiyama.
Il tour dell’Expo 2020 a Dubai non può che concludersi al padiglione degli Emirati Arabi Uniti, che stupisce per il mix di elementi digitali e materiali reali. L’architetto Santiago Calatrava ha disegnato un “falco in volo” per la facciata esterna: le ali sono pannelli solari che proteggono dalle tempeste di sabbia. La sabbia, quella vera, è all’interno e ricrea le dune del deserto.
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ultimo aggiornamento: 7 Ottobre 2021 9:01